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Ventidue Nero (di Nalinka)
I racconti di Nalinka sono gratuiti, ma pur sempre tutelati dalla normativa sul Diritto d'Autore. Puoi salvarli sul tuo computer se lo desideri, stamparli od inviarli a qualcuno. Ma Nalinka ti chiede la cortesia di non pubblicarli altrove senza il suo esplicito consenso.
Crederti? Sarebbe come ammettere di aver bisogno di una scusa per stare con te,
per non sentirmi usata.
No. Non servono castelli in aria, né giustificazioni.
Non ti credo. 
Ma non è per questo che stasera andrai in bianco.
Ho solo deciso di stare al gioco, un gioco che credevi di aver vinto ancora prima 
di uscire con me.
Quando ho rifiutato il tuo primo invito a cena hai fatto finta di non esserci 
rimasto male. 
Al secondo no ti sei sforzato di sorridere, per non bruciarti con me.
La terza volta l'hai buttata sul patetico, ma ammetto che sei stato così spiritoso 
da farmi decidere che al quarto invito avrei detto sì.
...solo che sei troppo intelligente, e l'avevi capito.
Così anche la quarta volta ti ho dato buca.
Non chiedermi perché. Così il tuo fascino svanisce del tutto. 
E' colpa tua, del modo in cui mi hai avvicinata.
Ed è inutile che adesso tu faccia il galante con me. 
Non mi conosci, e vuoi solo portarmi a letto. 
Niente di male in questo, ma per riuscirci dovrai fare di meglio. 
Volevi la tua chance, una serata al ristorante? Adesso ce l'hai. Giocatela bene.
Odio le cravatte eleganti, sai? 
Tu cadi nello sconforto. Cominci a pensare che forse sarebbe stato più facile 
digerire il quinto no. 
Quanto sei ingenuo!
Non capisci che questo vuol dire che ci rivedremo? Che uscirò ancora con te, fosse 
solo per vedere come ti vestirai dopo quello che ti ho detto stasera.
Avresti dovuto metterti dei jeans. Da un fighetto come te ne sarei rimasta colpita.
La verità è che non ho niente contro le cravatte. Nemmeno quelle eleganti. 
Una volta ho detto a un uomo che non mi piacevano le cravatte sportive, solo perché 
ne portava una, come con te.
Sei incredulo. 
Siamo quasi al caffè e non hai ancora trovato il modo di affascinarmi. 
Peccato. 
All'inizio della cena stavi andando forte. 
Due o tre argomenti di conversazione, i complimenti. La timidezza di essere seduto 
ad un tavolo con me.
Adesso invece ti arrampichi sugli specchi, cinque secondi di silenzio tra di noi e 
già precipiti nel panico.
Cerchi di nasconderlo, ma sei contrariato.
Sai qual'è la verità? Che hai finito la benzina.
Ne vuoi un'altra? Sei partito col serbatoio vuoto.
Usala di più la tua timidezza, è l'unica cosa vera che mi hai permesso di vedere 
stasera.
Si intona bene con la tua aria da professorino francese svampito, con il disordine 
della tua scrivania, e il fazzoletto stropicciato che ti esce dalla tasca dei 
pantaloni.
Come ti è venuto in mente di fare il gigolo' con me?
Se sei un gatto, miagola. Cercare di ruggire ad una tigre siberiana può metterti 
nei guai.
E piantala di fare battute sul posto da dove vengo. Ti sto sotterrando, non te ne 
rendi conto?
Come quando mi parli del tuo Napoleone, che in passato si è divertito a fare una 
passeggiata dalle nostre parti.
Sto ancora aspettando la tua bandiera bianca, perciò non divagare.
Tu issala, e ti concederò l'onore delle armi.
Proprio come avrei fatto con il tuo Napoleone, che al ritorno dalla sua passeggiata 
si è divertito molto meno che all'andata.
E pensare che potresti essere un tipo interessante.
Hai troppo successo nel tuo microcosmo, è questo il tuo problema.
Usi la tua immagine di giovane professore di successo come una rampa di lancio. 
Solo che con me non riesci a fare di meglio che orbitarmi intorno, e stanotte 
atterrerai da solo in un bicchiere di whisky.
Io non sono una delle tue studentesse. Il tuo potere non mi affascina. 
Mi affascina di più il tuo lavoro, ma non ne parli mai.
Potresti fare molto meglio con le donne, credimi.
Ma adesso che l'hai capito è troppo tardi. 
Io e te non finiremo a letto insieme. Né stasera né mai. 
Solo un bacio? E' fuori discussione.
Ti ho chiesto UNA BANDIERA BIANCA.
E non sono disposta a trattare ;-)


"Dedicato a Monsieur le Professeur Vingt-deux Noir.
Il tuo numero con me non è mai uscito, ma in compenso siamo diventati amici. 
Se adesso sei felice lo devi un po' anche alla tortura di quella sera al 
ristorante. 
Chissà, forse ti serviva per trovare il tuo "Ventitre Rosso", con Christine. 
Di sicuro hai capito una cosa: i baci non si chiedono, si danno!"
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