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Se ti emoziona vedere i cetacei in cattività, aspettati emozioni un milione di volta più forti vedendoli nel loro ambiente naturale.

Beluga Encounter

IL MALE MINORE
Dania.Net e Genrix mentre accarezzano un Beluga
Dania.Net e Genrix mentre accarezzano un Beluga

Potremmo iniziare a raccontare tutto come se si trattasse semplicemente del contatto con l'ennesima specie diversa di cetacei, ma è impossibile. La verità è che abbiamo incontrato i Beluga in cattività, e così facendo abbiamo naturalmente incentivato il business di chi in cattività ha deciso di metterceli. L'abbiamo fatto in modo ancora più sensibile rispetto all'acquisto di un semplice biglietto di ingresso, poiché ognuno di noi ha pagato la bellezza di 120$ canadesi (circa 80 Euro) per partecipare al "Beluga Encounter". Molto onestamente, il desiderio di avere un contatto ravvicinato con i Beluga ci ha tentati fino al punto da mettere il nostro egoismo personale in prima posizione, relegando nelle retrovie l'idea che se tutti boicottassero i delfinari, il business dei cetacei in cattività finirebbe per scomparire. Chi boicotta i delfinari, però, già conosce e ama i Cetacei, ma non si può negare che tanti "amori" per questi mammiferi siano nati proprio nei delfinari, così come la coscienza che le Orche non sono assassine e che tutti i Cetacei hanno una naturale tendenza alla socializzazione con l'uomo. E' proprio questa sensibilizzazione dell'opinione pubblica che ha reso possibile la fine della caccia alle balene da parte di quasi tutti i paesi del mondo.
I Beluga sono inconfondibili. Sono bianchi, non dotati di pinna e dorsale e la forma della loro testa li distingue da qualsiasi altro cetaceo
I Beluga sono inconfondibili. Sono bianchi, non dotati di pinna e dorsale e la forma della loro testa li distingue da qualsiasi altro cetaceo

Il Vancouver Aquarium Marine Center (BC, Canada), come molti altri delfinari, è destinato a diventare qualcosa di diverso da quello per cui è nato. Le Orche decedute negli ultimi anni, ad esempio, non sono state rimpiazzate con la cattura di altri animali. La stessa cosa accadrà con i Beluga, e la struttura potrà continuare a mostrare questa specie al pubblico solo se avranno buon esito gli accoppiamenti in cattività. In caso contrario, i Beluga ospitati oggi saranno gli ultimi della storia dell'acquario. L'assetto "Non-Profit" di questo Marine Center rende molto interessanti (e meno passibili di sospetto) il suo impegno nel finanziare un gran numero di progetti tesi alla conservazione della vita marina, oltre che all'assistenza ai mammiferi marini. Tutto questo ci ha spinti a partecipare al "Beluga Encounter".
INCONTRO CON LE MERAVIGLIE DELL'ARTICO
A guidarci nel "Beluga Encounter" è Sandi Burleigh, che ci spiega la storia degli esemplare che incontreremo nelle vasche. Ci parla con entusiasmo della nascita di Quila nel 1995, e del suo giovanissimo fratellino Tuvaq, venuto alla luce nel luglio 2002. E' una ragazza molto preparata, gentile e soprattutto sensibile. Ama i Cetacei, li ama davvero. Sandi ci spiega come preparare loro il pasto, ed il comportamento che dovremo tenere una volta in acqua con loro.
Dania.Net prepara il pesce per il pasto di un Beluga. La quantità di cibo viene pesata per ogni singolo esemplare.
Dania.Net prepara il pesce per il pasto di un Beluga. La quantità di cibo viene pesata per ogni singolo esemplare.

COS'E' IL BELUGA?
Appartenente al sottordine degli Odontoceti, con il Narvalo condivide la famiglia dei MONODONTIDAE. Vive nelle acque Artiche e Sub-Artiche, spesso proprio al confine tra l'oceano e i ghiacci. Il suo colore è scritto nel nome che porta, almeno per chi conosce... il russo! In questa lingua, infatti, "belyj" significa "bianco". Un Beluga adulto può raggiungere la lunghezza di 5.5 metri, con una media di circa 4 metri. Gli esemplari più grandi possono superare una tonnellata e mezzo di peso. Il Beluga ama sia le acque profonde che quelle basse, a volte così basse da ricoprire a malapena la sua schiena. E' probabilmente il Cetaceo più facilmente riconoscibile al mondo. Il suo colore bianco, la forma della testa e l'assenza di pinna dorsale fanno sì che sia davvero difficile confonderlo. La testa dei Beluga presenta una forma molto pronunciata, la cui fronte è simile ad un melone (non a caso, in inglese, è chiamata "melon"). E' in grado addirittura di muoverla e contrarla, cosa fondamentale nella produzione della grande varietà di suoni prodotti da questo animale.
Il Beluga mostra la propria pinna caudale, di cui è chiaramente visibile l'ampia vascolarizzazione. Per mantenere il calore corporeo nell'ambiente acquatico, in cui la dispersione di calore è molto più rapida che su terraferma, i Cetacei sono rivestiti di uno spesso strato di grasso chiamato in inglese Blubber. Per evitare d'altra parte il surriscaldamento (es. quando nuotano a velocità sostenuta per un lungo periodo di tempo), il blubber è assente dalle pinne pettorale e dalla coda di questi animali, consentendo così la dispersione del calore in eccesso, proprio attraverso queste parti del corpo ampiamente vascolarizzate e l'acqua.
Il Beluga mostra la propria pinna caudale, di cui è chiaramente visibile l'ampia vascolarizzazione. Per mantenere il calore corporeo nell'ambiente acquatico, in cui la dispersione di calore è molto più rapida che su terraferma, i Cetacei sono rivestiti di uno spesso strato di grasso chiamato in inglese Blubber. Per evitare d'altra parte il surriscaldamento (es. quando nuotano a velocità sostenuta per un lungo periodo di tempo), il blubber è assente dalle pinne pettorale e dalla coda di questi animali, consentendo così la dispersione del calore in eccesso, proprio attraverso queste parti del corpo ampiamente vascolarizzate e l'acqua.

Il Beluga ha probabilmente il miglior sistema "sonar" di tutti i Cetacei, definita in termini scientifici come ECOLOCALIZZAZIONE. I suoni emessi dal Beluga (come da altri Cetacei) rimbalzano contro gli ostacoli e tornano all'animale con una frequenza diversa, dalla quale è in grado di figurare l'oggetto con abbondanza di dettagli, quali la forma e la densità. In questo modo è loro possibile distinguere le prede, i predatori e gli ostacoli.
SPLASH!
SPLASH!

Mansueto ed altamente sociale, il Beluga usa il proprio colore per mimetizzarsi tra i ghiacci e nascondersi dai suoi predatori, in modo particolare le orche (il "tipo" di orche che si nutre di mammiferi marini, per la precisione) e gli orsi bianchi. A suo vantaggio, però, possiede una caratteristica UNICA tra i cetacei: il Beluga può girarsi indietro! Le sue vertebre del collo, infatti, non sono fuse tra di loro e questo gli permette di guardarsi intorno muovendo la testa e non forzatamente tutto il corpo.
SPLASH AGAIN!
SPLASH AGAIN!

ALLARME PER I BELUGA DI ST. LAWRENCE
Come la maggior parte degli altri cetacei il Beluga è stato oggetto in passato di una caccia massiccia da parte dell'uomo. Finito un incubo, però, ne appare oggi un altro non meno grave. Ancora una volta di origine umana, la nuova minaccia ai Beluga è causata dall'inquinamento, e ne è vittima in modo particolare l'insolita popolazione che vive nei fiumi St. Lawrence e Saguenay. Questo gruppo di Beluga, stranamente "d'acqua dolce", ha probabilmente vissuto in isolamento frequentando quelle acque dal periodo successivo all'ultima glaciazione, proprio quando il ghiaccio si è ritirato verso nord. I Beluga di St. Lawrence, un caso all'attenzione mondiale, presentano livelli tali di sostanze tossiche nel loro strato di grasso che alla morte di un individuo il suo corpo viene rimosso dalle acque per essere smaltito insieme ai rifiuti tossici. Le cause di mortalità sono infezioni, virus e cancro, con un'incidenza di gran lunga superiore alla media. Basti pensare che i casi di cancro accertati per i Beluga di St. Lawrence costituiscono da soli la metà dei casi di cancro accertati nei cetacei in tutto il mondo.
Insieme sullo stesso pianeta
Insieme sullo stesso pianeta

BIANCHI E MORBIDI
E' strano toccare un Beluga. La sua pelle è delicata, e sembra gomma. In realtà è la sensazione che provi quando tocchi qualsiasi cetaceo. L'evoluzione ha fatto sì che nel corso di milioni di anni essi si siano liberati della pelliccia, che in acqua è inutile. Sì, perché i cetacei in passato vivevano sulla terra come noi. Le ossa delle loro pinne pettorali mostrano ancora la presenza di dita, e non hanno mai smesso di respirare aria, esattamente come facciamo noi ancora adesso. Ma quando hanno scelto di abbandonare la terraferma non sapevano che la loro nuova casa sarebbe diventata una sterminata pattumiera per chi sulla terra ha deciso di restare. L'uomo è l'animale più forte di tutti. Così più forte che è in grado di distuggere qualsiasi altra creatura sulla terra. Ma la nostra speranza è che ora si superi nella sua forza e intelligenza, così tanto da riuscire a salvare le creature che ha messo in pericolo.

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